POTSDAMER PLATZ E DINTORNI
A cicatrizzare le ferite lasciate dalla storia ci hanno pensato i migliori architetti del panorama internazionale, che nella realizzazione di opere e spazi contemporanei hanno tracciato un segno di rinnovamento, apertura, armonia. Oggi Berlino appare un cantiere aperto, in continua evoluzione, sorto dalle macerie del muro e in costante crescita. Il progetto è dettato dall’indispensabile ricucitura tra il Mitte monumentale orientale e la Staatsbibliothek di Hans Scharoun, in precedenza attigua al muro, imperniandosi su una cavea delimitata da nuovi edifici pubblici e formando un insieme integrato e continuo con le costruzioni retrostanti del Kulturforum.
Uno degli impatti visivi più suggestivi si ha uscendo alla stazione Potsdamer Platz della linea metropolitana U2: salendo le scale si scorgono tre grattacieli differenti per forma, materiali e dimensioni, che svettano su un enorme incrocio di raccordo, creando una porta di accesso sui 480.000 metri quadrati di terreno edificati dopo un concorso internazionale indetto nel 1991 dal comune e da Daimler-Benz. Asinistra l’edificio di Renzo Piano, al centro qullo di Hans Kollhoff e a destra il grattacielo Sony di Murphy/Jahn segnando l’avanguardia architettonica che qui si fa storia.
Il grattacielo centrale progettato da Hans Kollhoff (1994-99), sull’angolo nord del lotto Daimler-Benz, spicca per il colore rosso scuro dovuto alla superficie di rivestimento in klinker (sorta di ceramica), suddivisa da lesene e cornici, con fori proporzionati e disposti in modo costante; l’edificio si sviluppa in altezza con disposizione a gradoni.
In netto contrasto alla destra svetta la Torre Sony, progettata da Murphy e Jahn, un grattacielo a pianta semicircolare, sul quale sorge il Sony Center: costruzione trasparente in vetro e acciaio composta da otto corpi dove si dispongono caffè, ristoranti, cinema, museo del cinema, negozi, uffici e il Sony Store (1996-2000).
A sinistra si eleva su un basamento di forma triangolare l’edificio commerciale progettato da Renzo Piano (1995-99), che con i suoi 18 piani (è il più basso dei tre), esce violentemente dal lotto proiettandosi verso il visitatore con la sua tagliente e spigolosa prospettiva. Le parti laterali della facciata sono rivestite di elementi in terracotta color ocra, caratteristica che si ripete anche nelle altre strutture concepite da Piano e collocate sulla Marlene-Dietrich Platz.
Sulla stessa piazza sorge inoltre il complesso del Musicaltheater e Casinò (1996-98) al quale hanno lavorato Piano e Cristoph Kohlbecker, che hanno disegnato una pianta irregolare, teti molto sporgenti e un parziale rivestimento metallico della facciata, creando un effetto di linee spezzate. In questo edificio e nell’attiguo Cinemaxx (1995-98) progettato dagli stessi architetti, si svolge dal 2000 il festival cinematografico internazionale di Berlino, la Berlinale.
Gli edifici si accordano con la Neue Philharmonie di Hans Scharoun (1963), struttura che per le caratteristiche compositive e per i colori utilizzati ha influenzato gli studi di architetti impegnati nello sviluppo più moderno della città. Oggi vi si esibisce quella che è considerata l’orchestra più prestigiosa al mondo, la celebre Berliner Philarmoniker, diretta dall’inglese Simon Rattle, fino al 2002 da Claudio Abbado, in passato da Krajan.
La Staatsbibliothek, costruita negli anni 1967-1978 da Hans Scharoun, è una delle più grandi biblioteche d’Europa. Dalla sua balconata si può apprezzare il complesso del Kulturforum, progettato dal medesimo architetto.
Nel campo dell’architettura museale a Berlino sono state scritte numerose pagine fondamentali dal dopoguerra a oggi, che hanno per protagonisti esempi assolutamente straordinari, come gli edifici della Neue Nationalgalerie, capolavoro di Ludwig Mies van der Rohe, e del Bauhaus Archiv di Walter Gropius.
La prima (orario di apertura al pubblico: da martedì a venerdì dalle 10 alle 18; giovedì fino alle 22; sabato e domenica dalle 11 alle 18) è stata progettata da van der Rohe e costruita tra il 1965 e il 1968. La struttura rigorosa, a forma di parallelepipedo di vetro e acciaio, poggia su un basamento quadrangolare sopraelevato, ospita numerose testimonianze dell’arte contemporanea, dell’espressionismo al cubismo, al Bauhaus, fino a numerose opere di esponenti del realismo dell’ex DDR.
Il Bahaus Archiv (orario di apertura al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 17; martedì chiuso), progettato da un disegno dello stesso Gropius e dal 1971 a Berlino, è il luogo dove sono esposti i lavori della scuola omonima; la prima sede fu aperta a Weimar nel 1919, poi a Dessau, nel 1932 a Berlino e nel 1933 fu chiusa dal regime.
Sempre il capofila del Bauhaus collaborò alla ristrutturazione del Martin-Gropius-Bau, un edificio neorinascimentale nato in Potsdamer Platz alla fine dell’Ottocento, oggi sede di mostre temporanee di grande rilievo. Il nuovo Kulturforum del 1998 è una grande hall che mette in comunicazione con il Kunstgewerbemuseum, la Neue Gemalde e il Kupferstichkabinett.
Il Kunstgewerbemuseum (museo delle arti applicate) (orario di apetìrtura al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 18; sabato e domenica dalle 11 alle 18), fondato nel 1867, offre un percorso didattico sulle diverse lavorazioni artigianali dal medioevo al design italiano degli anni Settanta.
La Neue Gemalde-Galerie (orario di apertura al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 18), galleria di arte inaugurata nel 1998, espone una vasta collezione di dipinti tedeschi, fiamminghi, italiani, spagnoli e inglesi dal XIII al XVIII secolo. Una sezione rilevante è occupata dal Kupferstichkabinett, una preziosa collezione che ha avuto inizio nel lontano 1652 da una raccolta del principe elettore e che oggi comprende 80 mila disegni, acquarelli, tempere, pastelli (XV-XX, sec.), 250 mila stampe, 100 codici miniati, 250 incunaboli, 2500 libri e 400 lastre incise.
Non lontana è la cosiddetta Topographie des Terrors, il luogo dove sorgevano le sedi delle SS e della Gestapo, divenuti luogo-simbolo degli orrori compiuti dal nazismo. Lungo la Linkstrasse , adiacenti a un’ampia zona verde, si sviluppano tra edifici di aspetto futurista, la cui realizzazione si deve a Sir Richard Rogers (1995-98), l’architetto londinese divenuto celebre per il Centre George Pompidou (Parigi 1971-77), ideato in collaborazione con Renzo Piano. Sui sette piani fuori terra si sviluppano edifici commerciali di ogni genere, uffici e abitazioni.
Sul lato opposto tra la lunga fascia di verde e la Kotherner Strasse, sorge su tre grandi blocchi edilizi separati tra loro il progetto ideato da Giorgio Grassi; ogni blocco è caratterizzato da un volume principale a forma di H.
TRA BREITSCHEIDPLATZ E KURFURSTENDAMM
Cuore dei traffici berlinesi e simbolo della città, Breitscheidplatz è dominata dalla mole diroccata della neoromanica Kaiser-Wilhelm-Gedachtniskirche e dal campanile ottagonale della chiesa che l’ha influenzata nel 1961. La vicinanza delle due architetture produce un effetto singolare, quasi allucinatorio, che racchiude forse il fascino dell’intera Berlino. A pochi passi, è la moderna torre che ospita il grandioso spazio commerciale dell’Europa Center.
Di norma abbreviato in Ku’Damm, il Kurfurstendamm è un lungo viale commerciale che ha mantenuto anche dopo la guerra vivacità e cosmopolitismo. Concepito a imitazione degli Champs Elysée parigini, è il luogo giusto per concedersi dello shopping, del buon cinema, o momenti di relax in eleganti ristoranti e caffè all’aperto.
Non lontano si sviluppa il quartiere di Wilmersdorf, la zona trendy per eccellenza, percorsa da strade chic (Fasanenstrasse, Pariserstrasse, Knesebeck, Bleibtreu) punteggiate da noti caffè, boutique di giovani stilisti, studi e gallerie d’arte moderna e contemporanea.
DAHLEM
E’ uno dei sobborghi residenziali più belli, a sud del centro storico, ospita la città universitaria e uno spettacolare complesso museale con sei musei di grande interesse: arte indiana, asiatica, islamica, etnografia, scultura, stampa, incisione, ecc.